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La pensione per il part-time verticale ciclico

La Legge di Bilancio 2021 riconosce ai lavoratori che hanno un contratto part-time verticale ciclico l’anzianità contributiva anche per i periodi di sosta lavorativa

 

Questo è un importante risultato ottenuto dopo anni di iniziative sindacali e cause legali, un diritto finalmente riconosciuto che consente ai lavoratori del settore privato interessati di andare in pensione tenendo conto del periodo contrattuale, non soltanto del periodo effettivamente lavorato.

 

Il part-time verticale ciclico, a differenza dalle altre tipologie di contratti part-time, è caratterizzato dal lavoro soltanto in alcuni periodi dell'anno, in base alle esigenze dell'azienda, ed è basato su un monte ore annuo.  Per esempio, in un part- time verticale ciclico si può verificare la situazione che si lavora per 9 mesi e per gli altri 3 mesi non si lavora. In questa specifica situazione il lavoratorè aveva soltanto il periodo dei 9 mesi coperto di contributi.

 

Nonostante la durata del rapporto del lavoro, l'Inps prendeva in calcolo a fini pensionistici soltanto il periodo di effettivo lavoro. Con la disposizione della Legge di Bilancio 2021 (n. 178 del 30/12/2020, art. 1, comma 350) il periodo non lavorato è da includere nel conteggio dell'anzianità lavorativa per accedere alla pensione, purché sia rispettato il minimale contributivo previsto dalla legge.

 

Per chi ha avuto dei periodi di contratto part-time verticale ciclico è importante controllare la sua posizione assicurativa e recuperare i periodi privi di contribuzione, ma coperti di contratto.